Piano energetico UE: cosa c’è nel Green Deal?
In attesa del voto previsto il 9 febbraio sulla direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, arrivano alcuni chiarimenti.
Quali sono gli obiettivi sul piano energetico dell’Ue?
Nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano economico del sole 24 ore, il relatore ha innanzitutto spiegato che “il testo fa parte del progetto ‘Fit for 55’, con cui l’Unione europea vuole ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990”. Il relatore ha inoltre voluto specificare che “la proposta di direttiva presentata dalla Commissione prevede che ciascun Paese individui il 15% del parco immobiliare più inquinante (appartenente quindi alla classe G) e che ne migliori l’efficienza energetica”.
La priorità dell’UE è quello “Nella nostra proposta, vogliamo che gli edifici con le peggiori prestazioni (cioè appartenenti alle classi G, F ed E), pubblici e non residenziali, raggiungano la classe D entro il 2030. Gli edifici residenziali e di edilizia sociale hanno tempo fino al 2033 o più per raggiungere questo obiettivo. Sono previste deroghe specifiche in caso di circostanze nazionali giustificate, come ad esempio una temporanea carenza di lavoratori, o nel caso in cui gli Stati membri vogliano adeguare i requisiti di prestazione energetica per alcune parti del patrimonio edilizio”.
Direttiva europea, cosa può accadere in Italia?
Soffermandosi sulla preoccupazione che c’è in Italia, dove è presente un parco immobiliare in parte vecchio, viene spiegato che “il testo della direttiva prevede eccezioni: gli immobili storici, quelli protetti secondo la legislazione nazionale, saranno esentati dalle ristrutturazioni. La stessa definizione di immobile storico sarà demandata ai singoli Paesi membri” . C’è poi il timore legato alle voci secondo le quali diventerebbe non possibile affittare o vendere gli immobili più inquinanti. A tal proposito, è stato sottolineato che “la direttiva non introduce alcun limite di questo tipo”.
L’iter della direttiva europea.
Il relatore ha evidenziato come “ciascun Paese sarà chiamato a mettere a punto il proprio piano nazionale di ristrutturazione degli immobili. In altre parole, l’intero processo sarà guidato dalle condizioni nazionali”. A tal proposito, viene sottolineato che: “Vogliamo essere certi di non imporre richieste irrealistiche ai proprietari o agli occupanti“. Pertanto La Commissione sarà chiamata a valutare il livello di ambizione del singolo piano e verificare, tra le altre cose, che ci sia stata una consultazione pubblica sull’approccio nazionale alla ristrutturazione.